Il borgo di Meana, il cui toponimo probabilmente deriva da “terra mediana” essendo situato tra il fiume Paglia e il torrente Ripuglie, si trova a tre chilometri circa da Allerona. È una località di antico insediamento abitativo. È menzionata già nell’VIII secolo come luogo fortificato e nel XII secolo è citata tra i possedimenti della Mensa vescovile di Orvieto. Alla fine del Duecento Meana è attestata da numerosi pagamenti di decime ed è indicata nel Catasto del contado orvietano del 1292 come “ villa Meana” appartenente al piviere di Allerona. In una carta geografica a corredo delle Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV il borgo era segnalato con il simbolo di una chiesa di cui non era indicata la titolazione. Tra il 1275 e il 1280 è confermata l’esistenza a Meana di una comunità religiosa retta da un pievano e quindi di una pieve che pagava le decime al vescovo tramite i monaci guglielmiti dell’abbazia di San Pietro Aquaeortus dalla quale dipendeva. Nel 1288 si ha notizia che all’interno dell’abitato di Meana era edificata una chiesa dedicata a san Nicola di Bari, di cui oggi sono ancora visibili i ruderi costituiti dal muro absidale, da un arco di collegamento ad un edificio abitativo, da un muro a est con una monofora in pietra grigia e da una porta laterale ad arco a tutto sesto con gradini di accesso. L’interno era arricchito da pitture fatte eseguire per voto e fino ad alcuni decenni fa erano ancora visibili parti dell’affresco cinquecentesco della tribuna che rappresentava la Vergine in trono con il Bambino e santi entro partiture architettoniche. La casa unita da un arco alla chiesa era l’abitazione dal vicario parrocchiale, poi trasformata in casa colonica, ancora oggi esistente seppure in totale abbandono. Il borgo aveva anche un cimitero costruito alla metà del Settecento.
Anticamente i terreni di Meana, proprietà della Mensa vescovile di Orvieto, erano coltivati in piccole particelle dagli abitanti del borgo di Meana Vecchia ai quali erano concessi in affitto. Nel XVIII secolo della tenuta, ormai notevolmente accresciuta, facevano parte dodici poderi la cui conduzione era affidata a coloni o semplici agricoltori in enfiteusi, trasformata nell’Ottocento in mezzadria. Dopo la metà del Novecento, scomparsa la mezzadria, i poderi e le case coloniche di Meana sono stati progressivamente abbandonati.