Chiesa del Buon Gesù

Chiesa del Buon Gesù

La chiesa, adiacente al monastero delle Clarisse , venne edificata grazie ad un lascito di Muzio Cappelletti, ricco mercante di Allerona.  La posa della prima pietra avvenne Il 19 giugno 1618 alla presenza del vescovo Giacomo Sannesio e la consacrazione nel 1740 ad opera del vescovo Giuseppe dei Conti di Marsciano.

La facciata è scandita da due ordini sovrapposti di paraste di stile dorico e tuscanico e culmina con un timpano triangolare. La finestra al centro del secondo ordine è stata realizzata in seguito ad una delle varie ristrutturazioni che l’edificio ha subito nel corso degli anni. Sull’architrave del portale d’ingresso  è scritto  “Septus choreis virginum”, un verso dell’antico inno Iesu corona virginum.

L’interno , in stile barocco di influenza borrominiana,  è coperto da un  soffitto a botte con unghiature in corrispondenza delle sei finestre. Nelle pareti laterali si aprono sei cappelle . Sopra  la trabeazione, ricca di decorazioni in stucco, vi sono i coretti dai quali le suore di clausura assistevano alle funzioni religiose. Nel timpano che sovrasta l’arco d’ingresso all’abside, in  uno scudo raggiato sorretto da due angeli,  campeggia il monogramma IHS,  trionfo del Nome di Gesù.                                                   Nel sottarco dell’abside sono raffigurate a rilievo  le quattro allegorie della Castità, Obbedienza, Povertà  e   Disprezzo del  Mondo e delle sue glorie. Le pareti sono ricche di decorazioni in stucco e di affreschi,  attribuiti a Giovan Maria Colombi, che rappresentano i seguenti episodi della vita della Madonna  e della nascita del Cristo:

Presentazione di Maria al Tempio ( in basso a sinistra)

Visitazione (in basso a destra)

Natività e  Adorazione dei Pastori (lunetta superiore a destra)

Adorazione di Magi (lunetta superiore a sinistra)

      Gesù Bambino in gloria(volta centrale)

Sull’Altare maggiore è conservato, in una cornice dorata, il frammento di affresco raffigurante la Vergine e il Bambino, risalente al XV secolo e di cui non si conosce l’autore. Il dipinto è noto come “Madonna del Morto vivo”. Ai lati dell’altare vi sono le statue di San Francesco e di Santa Chiara.            Nelle pareti laterali si aprono:                                                                                                                   La Cappella del Crocifisso , che conserva un crocifisso in legno  settecentesco, restaurato negli anni 2000. Nella trabeazione  vi è  l’Allegoria della Contrizione.                                                                       La Cappella di Sant’Onofrio ,  al cui interno  si trova un dipinto del 1855 che raffigura l’Adorazione del Bambino, con San Francesco e Santa Chiara d’Assisi. Nella trabeazione è presente l’Allegoria della Carità.                                                                                                                                                    L’Altare di S. Francesco di Paola che  ospita un dipinto del 1720  raffigurante S. Francesco di Paola con in mano il bastone degli eremiti. Sulla trabeazione è raffigurata l’Allegoria della Pazienza.                                                                                                                                L’Altare della Stimmate  in cui si conserva una pala di Giovan Maria Colombi in cui è rappresentato San Francesco che riceve le stimmate. Sulla trabeazione  appare l’Allegoria della Mansuetudine.
L’Altare della natività di Maria  sul quale è posta una tela,  dipinta da Giovan Maria Colombi, in cui è raffigurata la Nascita di Maria. Sulla trabeazione è presente l’Allegoria dell’Umiltà.

(a cura di un gruppo di studenti del Liceo Linguistico E. Majorana di Orvieto)

 

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