Il complesso monumentale della Basilica di Santa Cristina sorse fuori dell’area urbana, a 350 metri dal limite meridionale dell’antica Volsinii, nei pressi della necropoli paleocristiana e sul venerato sepolcro della martire concittadina. Bisogna giungere all’VIII secolo per trovare la prima menzione di un culto prestato a santa Cristina nella città di Bolsena ma, come già accennato, le testimonianze archeologiche e monumentali ci rimandano a un’epoca ben anteriore.
Nel 1115 la Chiesa di Santa Cristina venne donata dal conte Bernardo al vescovo di Orvieto, divenendo da quel momento il cuore della vita religiosa e civile di Bolsena e influenzando notevolmente anche lo sviluppo urbanistico della città. Nel corso di diciassette secoli di storia l’edificio ha subìto notevoli ampliamenti ma anche sconvolgimenti che solo in parte oggi permettono di comprendere la sua struttura primitiva.
Dismesso l’uso della necropoli paleocristiana, se ne svilupparono altre a cielo aperto in età altomedievale; nei suoi pressi sorsero ospizi per i pellegrini, chiostri per la vita comunitaria dei canonici, numerosi mulini le cui pale erano azionate da un torrente, torri e mura per la sua difesa. Ogni secolo lasciò la sua impronta a testimoniare quanto ebbero a cuore i bolsenesi quel luogo tanto caro.
Attualmente esso è composto da tre nuclei ben definiti e distinti:
– la Basilica, un edificio a tre navate con pianta a croce latina, di età medievale;
– la Cappella Nuova del Miracolo, edificata a partire dal 1693;
– la Grotta di Santa Cristina e la Catacomba (IV-V secolo).