CHIESA DI SAN BERNARDINO
Lungo la via Soliana si trova la chiesa di San Bernardino, un impotante esempio di architettura barocca nella città di Orvieto. La chiesa si innesta nel poco spazio lasciato libero tra il preesistente Palazzo Crispo – Marsciano e gli ambienti del monastero che, assieme all’annesso oratorio, fu fondato a partire dal 1462 per volere di Lucrezia della Genga, terziaria francescana,poco dopo la morte della fondatrice la Beata Angelina da Marsciano. Lucrezia stabilì il primo insediamento religioso nei luoghi dove già era presente una piccola cappella dedicata a San Bernardino. Prima della costruzione dell’intero complesso, in questo punto passava l’antica strada di Santa Maria che collegava un antico accesso della città, Porta Santa Maria, al centro religioso di Piazza Duomo.
La storia del convento è legata alla figura di Papa Urbano IV, che istituì, successivamente al miracolo di Bolsena, la festività del Corpus Domini. Urbano IV approvò nel 1253 la regola redatta da Santa Chiara per l’ordine delle clarisse, ma non tutti i monasteri di clarisse sorti nel frattempo accettarono la Regola. Venne così composta una nuova regola, detta regola urbaniana, che fu approvata con una bolla proprio da Urbano IV il 18 ottobre 1263 ad Orvieto. Da questa nuova regola prendono il nome anche le suore presenti nel monastero di San Bernardino, definite appunto “urbaniane” perché seguono la regola revisionata da Urbano IV.
La parte sud della città di Orvieto può essere definita come “zona francescana” poiché è caratterizzata dalla presenza di una serie di edifici religiosi, sia maschili che femminili, tutti collegati all’ordine francescano.
FACCIATA
La chiesa fu edificata, su progetto di Cosimo Poli, nipote del Cardinale Fausto Poli, tra il 1657 e il 1666.
La facciata è composta di due registri sovrapposti suddivisi da cornici marcapiano aggettanti e scanditi verticalmente da un doppio ordine di paraste in travertino. Le parti laterali sono leggermente arretrate rispetto a quella centrale alla quale si raccordano mediante due grandi volute spiraliformi. Il registro superiore culmina con un grande timpano al di sotto del quale si apre una finestra. Il portale centrale, inquadrato da cornici modanate in travertino, è sormontato da un timpano curvilineo in cui è inserito il monogramma IHS riccamente incorniciato. Al di sopra del portale corre una fascia con l’iscrizione dedicatoria a San Bernardino, datata 1666. Ampie parti della facciata sono in tufo.
INTERNO
La realizzazione è legata ai nomi delle due importanti famiglie, tra loro imparentate,dei Marsciano e dei Montemarte, di cui nell’edificio vi sono gli stemmi ed alcune iscrizioni. L’interno, a pianta ellittica, contiene cinque altari impreziositi da stucchi decorativi realizzati tra il XVII e XVIII secolo. A destra dell’ingresso si può ammirare un’acquasantiera in travertino, attribuita ad Ippolito Scalza, che ha nella base lo stemma dell’Opera del Duomo, quello dei Monaldeschi e la scritta “ S(uora) Agnese M(on)temarte” con la data “ 1588”.
Le pareti sono scandite da nicchie inquadrate da lesene con capitelli di ordine composito alternate a muratura liscia.
In alto, la volta a vela ellittica termina con un lanternino anch’esso di forma ellittica, provvisto di quattro finestre. La chiesa riceve luce da due grandi finestre, una in facciata e una sul lato destro dell’ingresso, mentre quella sul lato sinistro è finta.
Primo altare a destra dell’ingresso
A destra dell’altare é rappresentata Santa Caterina di Alessandria e a sinistra Sant’Orsola. Al centro vi è il dipinto su tela raffigurante l’Educazione della Vergine, attribuita a Giacinto Gimignani. La tela risulta tagliata. In basso a destra è visibile lo stemma della famiglia Montemarte.
Sui paliotti dell’altare sono dipinte due braccia incrociate, simbolo dei francescani, e un cuore con la fiamma e le spine, simbolo del Sacro Cuore di Gesù.
Di seguito è visibile l’affresco con un miracolo di San Bernardino ( forse della fanciulla annegata alla fonte ). San Bernardino è riconoscibile per il saio francescano e per il volto emaciato. Attributo del santo è il sole fiammeggiante con il monogramma IHS, abbreviazione del nome di Gesù. In basso una infiltrazione d’acqua ha rovinato l’affresco ma ha permesso di scoprire un altro affresco di epoca precedente.
Secondo altare a destra
Sull’altare, dove era un quadro con Santa Lucia, è oggi visibile il dipinto della Madonna con Bambino, tra San Giuseppe e Sant’Anna . Ai lati sono affrescati San Gregorio il Taumaturgo a destra e San Nicola di Bari a sinistra.
Abside e Altare maggiore Sopra l’altare maggiore vi è una tavola a tempera che rappresenta la Vergine in trono col Bambino fra gli Apostoli Pietro e Paolo e i santi Francesco e Bernardino, attribuita a Sinibaldo Ibi, pittore seguace del Perugino. Ai lati dell’altare sono dipinti l’Angelo che porge la croce alla Beata Angelina da Marsciano e l’Apparizione della Madonna col Bambino alla beata. Nell’archivolto, sono rappresentati a sinistra San Giovanni da Capestrano con il vessillo crociato, nel tondo al centro in alto Gesù Bambino e a destra San Bernardino con il calice.
Teca con il Bambino Gesù
In una rientranza accanto al presbiterio è conservata una statuina di Gesù Bambino ritenuta miracolosa. La tradizione dice che abbia mosso le dita dei piedi durante una processione e che abbia protetto la città di Orvieto da alcune catastrofi naturali, quali il terremoto.
Primo altare a sinistra dell’ingresso
Vi sono raffigurati a destra Santa Elisabetta di Ungheria, al centro l’Immacolata Concezione con S. Antonio da Padova, S. Chiara di Assisi,S. Teresa D’Avila e S. Pietro di Alcantara, a sinistra Santa Elisabetta del Portogallo e in alto Santa Barbara. Sulla parete di controfacciata è collocato l’organo fatto realizzare nel 1709 da due suore della famiglia dei Montemarte.
Secondo altare a sinistra Nel dipinto al centro sono raffigurati San Francesco che adora la Croce e i santi Benedetto, Pietro Nolasco, Vincenzo Ferrer e Bernardo. Ai lati sono rappresentati la Beata Angelina da Marsciano in veste di terziara francescana e la predica di San Bernardino
(a cura di un gruppo di studenti del Liceo Linguistico E. Majorana di Orvieto)