Orvieto: “Porta Cassia” 1833 – 1931

Porta Cassia sorgeva “a tramontana” (1) lungo la Via Cassia, attuale strada della Stazione, a pochi metri dall’inizio della diramazione di via G. Carducci, meglio conosciuta come Confaloniera e  dava accesso alla città dalla parte di  Piazza Cahen (2) (mappa); fu costruita nel 1833 e demolita nel 1931.

Nel 1828, in occasione dei lavori  per la realizzazione della  “….Nuova Via Cassia che aprirà la comunicazione dalla Toscana allo stato Pontificio passando per la nostra città” “ (Foto 1368), una nuova strada quindi che unendosi alla Pievaiola metteva in comunicazione   l’Orvietano con la Val di Chiana, Città delle Pieve e Chiusi, Orvieto si trovò a pianificare i lavori da eseguire all’interno della città, dove terminava il lavoro a carico della Provincia. Era necessario rendere agevole e comodo quel tratto di strada interna che riuniva i due bracci della Nuova Strada provinciale Cassia, dall’attuale Porta Romana sino al punto della sommità della Rupe presso la fortezza della Rocca (foto 1344). In questo contesto il Gonfaloniere Ludovico Gualterio, dopo aver messo in evidenza il “comodo“ il “lustro” e il “vantaggio” che avrebbe ottenuto la città con il passaggio della nuova strada dentro le sue mura per la realizzazione dei cui lavori si sarebbe cercato il modo meno gravoso, propose   di innalzare  anche una nuova porta per il decoro e la sicurezza della città (foto 1346). T. Piccolomini  nella guida  della città di Orvieto e dintorni, testimonia l’esistenza di Porta Cassia di nuova costruzione e riporta la scritta posta sopra la sommità dell’arco “ NOVA CASSIA PER URBEM DEDUCTA-NE QUID SECURITAS PUBLICA DETRIMENTI CAPERET- MDCCCXXXIII”(3) In Consiglio comunale, per avallare la  proposizione, il Gualterio suggerisce di calcolare i costi per la costruzione della porta approssimativamente sulla “spesa occorsa per l’altra nuova porta Pertusa, di  1.300 scudi” cosi che le spese totali per i lavori interni avrebbero ammontato a  scudi 4.550 con un piano di ammortamento di tre anni oltre quello in corso. Tenendo conto però del bilancio comunale, per far fronte alle spese relative ai lavori si rendeva necessaria una “sovra imposta“ che avrebbe garantito la somma di scudi 780. Ritenendo giusto ripartire l’imposta più equamente possibile il Gonfaloniere della città, Lodovico Gualterio sostenne la possibilità di ricorrere al censimento urbano secondo la normativa del governo” … che esposta in pubblicazione in questa città fu giudicata equa “ (foto 1370) e non aveva originato nessun reclamo. Per ottenerla si sarebbe dovuto ricorrere ad un permesso superiore, che fu ottenuto (foto 1342) ed avere dalla Presidenza del censo i ruoli del nuovo Estimo urbano.

In Consiglio comunale (foto 1367) la “ Proposizione “ del marchese Lodovico Gualterio, Gonfaloniere delle città, letta dal segretario relatore, dopo che gli arringatori Giuseppe Bracci e Luigi Orfei ebbero elencato i numerosi vantaggi che tutti avrebbero ottenuto dai lavori, pur non omettendo i sacrifici che si sarebbero resi necessari, e dopo aver gli stessi elogiato l’illustrissimo concittadino cardinale Guerriero Gonzaga per il cui impegno e “per la cui cura i lavori della Nuova via sono già iniziati …”    venne deliberata dal Consiglio comunale del 5 agosto del 1828 con approvazione di 26 voti favorevoli e nessuno contrario (Foto 1376). Ad ottobre dello stesso anno il piano dei lavori fu approvato dalla Delegazione del Buon Governo come da lettera della Delegazione di Viterbo (foto 1353).

Il piano dell’esecuzione e perizia dei lavori fu redatto da Vincenzo Federici, ingegnere della Delegazione di Viterbo (foto 1301) in linea con le modalità e le raccomandazioni, tra cui quella di eseguire il lavoro ad “uso d’arte” e di utilizzare materiali della migliore qualità (foto 1306).

L’aggiudicazione a ribasso dei lavori  (foto 1377) che potevano essere eseguiti da due persone o anche da una sola avvenne nel   1829 con la procedura d’asta  che ebbe inizio alle ore 15 del 3 agosto (foto 1378) nel rispetto delle regole procedurali; con 29 voti favorevoli e uno contrario furono affidati cumulativamente  per 2578 scudi  al muratore Matteo Orlandi che esibiva quale fidejussore Angelo Pallucco  (foto 1355) e aveva vinto la gara di appalto superando di poco Giovanni Panagioli  che aveva presentato un preventivo di spesa di 2800 scudi (foto 1311).

La soluzione per la nuova Porta Cassia fu progettata nel 1829 da Andrea Galeotti, pittore originario di Cortona che in quegli anni è attivo ad Orvieto (Satolli, imago VV,p 188)

Nel 1931, il giorno 16 marzo, iniziarono i lavori di abbattimento della porta. Il Podestà M. Brizi il 3 settembre 1930 scrive al segretario politico del P.N.F. che nonostante la protesta di “autorevoli cittadini” (foto 1258), si rendeva necessaria la demolizione di Porta Cassia che sarebbe stata eseguita nel periodo invernale. I lavori vengono annunciati con una ordinanza datata 10 marzo 1931 in cui si pubblica che dalle ore 6 del 16 marzo fino a nuovo ordine era vietato il transito in porta Cassia causa abbattimento della stessa (foto 1250). Lo stesso giorno il Podestà invia alla Soprintendenza dell’Arte Medievale e Moderna dell’Umbria la comunicazione della decisione e della data della demolizione facendo presente di aver preso accordi con l’Azienda della Strada (foto 1253).

La decisione di abbattere la porta viene presa 10 gennaio 1931 con motivazioni riguardanti il pericolo per la pubblica incolumità dato il “ripetersi di incidenti d’auto che talora hanno avuto dolorose conseguenze”.  Vengono addotte le “sollecite ” richieste di demolizione da parte di Associazioni, tra cui la sezione del P.N.F. e la PRO ORVIETO (foto 1259), di Enti e di privati cittadini che lamentano la insicurezza della viabilità data la particolare posizione della porta in pendio e in curva. E poi viene sottolineato il fatto che “…essendosi aperte le barriere doganali, il personale medesimo non si trova più sul posto, ciò che permetteva opportune segnalazioni agli automobilisti (foto 1255).

A nulla valgono le proteste di cittadini che reclamano il valore artistico e storico della Porta e con parere favorevole della Soprintendenza dell’Arte Medievale e Moderna dell’Umbria e dell’Azienda Autonoma delle Strade di Roma 16 marzo 1931 come stabilito iniziarono i lavori, previa modifica della viabilità (foto 1254) e coinvolgimento della S.I.A.T, Società Italiana Automobilistica Trasporti di Pitigliano  nella variazione del percorso degli autobus (foto 1262) Nota (4).

Note:
(1) Conte Tommaso Piccolomini Adami- GUIDA STORICO-ARTISTICA DELLA CITTA’ DI ORVIETO E I SUOI DINTORNI-p.42-Tipografia Bernardini, Siena 1883.
(2)-Sulla localizzazione di Porta Cassia circolano numerose fake.
(3) Conte Tommaso Piccolomini Adami – GUIDA STORICO-ARTISTICA DELLA CITTA’ DI ORVIETO E I SUOI DINTORNI-p.42-Tipografia Bernardini Siena 1883.
4) Le foto sono di documenti conservati presso l’Archivio di Stato, sezione di Orvieto: Ufficio Tecnico Busta N. 5, fasc.10 – Atti Consiliari B369-Atti di Aggiudicazione B(1826/34)fasc.42.
di O. Moretti
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