A sud-ovest dell’Umbria si colloca il comune di Orvieto, il cui centro storico è sorto su uno pianoro di tufo a dominio dell’ampia valle del fiume Paglia.
Le testimonianze archeologiche attestano che la città etrusca raggiunse il suo massimo splendore economico ed artistico tra il VI e il IV secolo a.C., con la brusca interruzione dovuta alla conquista romana del 264 a.C.. Dopo la caduta dell’Impero Romano fu conquistata prima dai Goti, poi dai Bizantini e poi dai Longobardi del Ducato di Spoleto. Intorno all’anno Mille conobbe un nuovo sviluppo urbanistico, economico e sociale e ben presto si costituì in libero Comune con un governo che venne riconosciuto da Papa Adriano VI nel 1157. Nel XII secolo estese i propri confini e dominò un territorio che comprendeva vaste zone delle attuali regioni di Toscana e Lazio. La potenza e la ricchezza della città medievale si espressero al massimo grado nel XIII e XIV secolo, come testimoniano gli splendidi edifici ancora oggi visibili. Dopo un periodo di lotte civili e religiose tra le famiglie patrizie, nel 1354 il cardinale Albornoz riaffermò il controllo della Chiesa sul territorio. Nel 1449 entrò definitivamente a far parte dello Stato della Chiesa per restarvi fino al 1860, nascita del Regno d’Italia.
La città dispone di un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell’Umbria, fra cui spiccano il Duomo con la sua facciata gotica opera di Lorenzo Maitani e la chiesa di San Giovenale, costruita nel 1004 nel settore medievale della città, nella quale si trova anche il complesso sotterraneo del Pozzo della Cava. Tra gli edifici pubblici più rappresentativi vi sono il palazzo del Popolo e la torre del Moro (entrambi del XIII secolo); la torre di Maurizio è del 1348 ed ancora scandisce le ore in piazza Duomo, dove si trova palazzo Soliano, sempre del XIII secolo. Capolavoro di ingegneria è il pozzo di San Patrizio, scavato dal 1527 al 1537 da Antonio da Sangallo il Giovane con una profondità di 62 metri e due scale elicoidali indipendenti. Sotto la città si nasconde la suggestiva Orvieto sotterranea, dove un incredibile numero di cavità artificiali danno vita ad un intricato labirinto di cunicoli, gallerie, cisterne, pozzi, cave e cantine.
E’ evidente che l’aspetto caratterizzante lo svolge il pianoro vulcanico su cui sorge l’abitato moderno, la cui particolare collocazione oro-geografica ha sempre influenzato il ruolo della comunità che vi era stanziata, legandola al controllo di importanti vie di comunicazione; basti pensare al fiume Tevere che portava al Tirreno ma anche verso le pianure perugine ed i valichi appenninici od alla via Cassia con la sua rete di diverticoli. Il primo consistente insediamento stabile si deve probabilmente ipotizzare già per le fasi protostoriche mentre il tessuto urbano si costituisce a partire dal VI secolo a.C., rispecchiato nella attenta stesura urbanistica degli edifici funerari che compongono le necropoli urbane.: appena fuori dalle mura si trova quella del Crocifisso del Tufo (IV-V secolo a.C.) con tombe a camera costruite con blocchi di tufo e identificate con il nome del capostipite inciso sull’architrave. Il sito è raggiungibile anche a piedi dal centro storico, lungo un suggestivo percorso del parco archeologico. Le scarse testimonianze relative al periodo di occupazione romana devono oggi essere rilette alla luce degli scavi condotti a Campo della Fiera, area ai piedi della rupe e sede del santuario federale etrusco noto come Fanum Voltumnae, la cui valenza religiosa che perdura in epoca romana è anche ribadita dalle fasi tardo-antiche e medievali.
Per il territorio sono documentate le fasi finali dell’Età del Bronzo a Castellonchio, la cui continuità di frequentazione giunge sino ad epoca ellenistica. In pieno periodo arcaico si consolidano le presenze insediative delle aree controllate da Volsinii etrusca coi numerosissimi pagi o castella satelliti di tale centro collocati in un più ampio raggio. In epoca ellenistica si assiste ad un parziale ribaltamento della situazione d’età arcaica: le presenze sul territorio si intensificano nelle aree più prossime alla rupe, a causa delle forze centrifughe che emergono in seguito ai rapporti socio-politici instauratisi in ambito urbano fra classe gentilizia e ceti subalterni. Si tratta dei prodromi della situazione che determinerà l’intervento romano nel 264 a.C., con la conseguente deportazione della popolazione volsiniese sulle sponde del lago di Bolsena. Le classi più abbienti si ritirano nelle residenze extra urbane e fioriscono i nuclei di necropoli. Le vie di transito sono sempre costituite sia dai corsi d’acqua, con l’interessante sito di Pagliano e dalla via Cassia, realizzata fra il 171 ed il 154 a.C., la quale conserva ancora interesse per l’area prossima alla rupe, diversamente da quanto poi pianificato nel 108 d.C. per la via Traiana Nova. Da capitale etrusca oggi Orvieto è anche la capitale delle Città Slow. La città ed il territorio sono caratterizzati da una viva tradizione enogastronomia nella quale un posto di prestigio è ricoperto dalle produzioni vitivinicole, valorizzato anche dalla strada dei Vini Etrusco-Romana, che comprende tutta la provincia di Terni, coi centri di riferimento rappresentati dall’Enoteca Regionale e dal Palazzo del Gusto.