Basilica del Santo Sepolcro (Acquapendente)

La basilica cattedrale di Acquapendente è detta del Santo Sepolcro poiché all’interno della sua cripta racchiude un sacello ritenuto la più antica copia occidentale rimasta del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La cattedrale ha antiche origini e, secondo una tradizione, sarebbe stata fondata alla metà del X secolo per volontà di Matilde di Westfalia. L’esistenza di una chiesa e di un’abbazia del Santo Sepolcro ad Acquapendente è documentata da bolle papali e da donazioni nell’XI e  nel XII secolo. La basilica superiore e la cripta contenente il sacello furono ricostruite nel corso della prima metà del XII secolo. Nel 1149 la chiesa venne consacrata dal papa Eugenio III e  la cripta dal vescovo di Orvieto. In seguito, nel 1251, acquisì il titolo di basilica. Nella prima metà del Cinquecento la chiesa era stata data in commenda ai vescovi di Castro ma nel 1649, dopo la resa e la distruzione della città, Innocenzo X trasferì la sede episcopale da Castro ad Acquapendente, separando quest’ultima dalla diocesi di Orvieto, ed elevò la basilica del Santo Sepolcro a cattedrale. L’aspetto attuale dell’edificio è frutto di una notevole stratificazione dell’impianto basilicale tardo medievale, di varie trasformazioni succedutesi dal Barocco all’Ottocento e dei restauri effettuati in seguito alle distruzioni causate dalla Seconda guerra mondiale. La facciata a due ordini affiancata da due imponenti campanili, più volte restaurata, ha mantenuto l’aspetto settecentesco. In alto, al centro del secondo ordine, una copia del busto di Innocenzo X- il cui originale è conservato nel Museo Civico Diocesano-, ricorda, insieme all’iscrizione attualmente posta all’interno della cattedrale, i lavori di restauro e di ristrutturazione eseguiti nel Seicento dopo l’acquisizione del titolo basilicale per migliorare l’aspetto e la funzionalità dell’edificio. L’interno, a croce latina, è diviso in tre navate con transetto e abside sopraelevati. Sotto il presbiterio si estende la cripta romanica a sala caratterizzata da una fitta serie di colonne, con capitelli scolpiti, che sostengono volte a crociera e da una profonda abside. Il sacello in essa contenuto, che nella sua lunga storia ha subito numerose modifiche, ha pianta rettangolare con tre piccole nicchie e copertura a forma piramidale. Al suo interno sono custodite reliquie ritenute della flagellazione del Cristo.

 


 

Torna in alto