Sul monte Landro (o monte Landra), una delle colline più elevate dei Monti Volsini (m. 585 s.l.m.) ai confini con l’Umbria nel comune di San Lorenzo Nuovo, vicino Bolsena, è in corso di esplorazione un santuario etrusco finora praticamente sconosciuto. In realtà la notizia del rinvenimento di oggetti che facevano pensare a un luogo di culto era già nota in letteratura, ma solo nel 2011 è stata iniziata una campagna di scavo sistematico a cura del gruppo archeologico Turan che ha già portato a risultati scientifici di prim’ordine.
L’area interessata si estende immediatamente al di sotto della vetta del colle su una vasta terrazza aperta a 360° sul lago di Bolsena circondata da un imponente muro di blocchi di pietra lavica che svolge la funzione di contenimento del terreno e di delimitazione di uno spazio sacro.
Al centro di essa sorgeva infatti un edificio rettangolare realizzato con fondazioni in blocchi di tufo accuratamente squadrati, che in base al rapporto tra lunghezza e larghezza (3:4) corrisponde perfettamente alle prescrizioni che Vitruvio fornisce per il tempio tuscanico. Si tratta, dunque, di un tempio etrusco di pianta canonica.
L’edificio, che era alzato in mattoni crudi, struttura lignea e copertura in laterizio, era anche rivestito con lastre fittili riccamente decorate. Lo scavo ha infatti restituito due tipi di antefisse nimbate, una con l’immagine di un sileno che indossa una leonté e una con un volto femminile, che conservano assai fresca la vivace policromia originaria. Insieme con le antefisse sono stati raccolti numerosi esempi di lastre architettoniche destinate a essere inchiodate sulle parti lignee verticali (architravi e rampanti del timpano), ornate con motivi vegetali entro i quali sono inserite teste di sileni e teste giovanili; completano la serie degli elementi di rivestimento le belle tegole di gronda che conservano una vivace decorazione dipinta a palmette e fiori di loto nella parte che, sporgendo dal tetto, poteva essere vista dal basso.
L’insieme delle terrecotte decorative del tempio di Monte Landro trova i suoi confronti puntuali nella produzione di Orvieto, in particolare di quelli attivi nella costruzione del tempio del Belvedere; ma di essi appaiono, per caratteri formali, un poco più recenti, datandosi probabilmente già all’inizio del III secolo a.C.
Coerenti con questa datazione sono anche i pochi (finora) donari raccolti sul sito, ossia un modellino fittile di clava, testimonianza di un culto al dio Hercle (lo Hercules dei Romani), alcune basette in pietra sui quali erano infissi bronzetti votivi, alcuni pezzetti di bronzo fuso (aes rude) e monete, offerta comunissima nei santuari e un bel peso da telaio con contrassegno, possibile indizio di un culto a una divinità femminile.
Se il momento migliore del santuario si pone nel III secolo a.C., forse in coincidenza con la nuova strutturazione dello stato volsiniese dopo le note vicende della deportazione della popolazione di Volsinii da Orvieto a Bolsena, la vita del santuario e del suo tempio tuscanico non è tuttavia circoscritta al periodo indicato. I documenti raccolti entro il recinto sacro attestano una frequentazione che risale al VII secolo a.C. e che si protrae almeno al II secolo d.C., come attesta una moneta bronzea di Antonino Pio. L’abbandono del tempio e la sua demolizione, probabilmente eseguita con speciali atti rituali, devono essere avvenuti intorno al 200 d.C., come attestano le ceramiche raccolte all’interno del cumulo delle terrecotte architettoniche del tempio.
Alcuni studiosi affermano che nelle viscere del monte sia ancora presente dell’attività vulcanica. Inoltre durante il Risorgimento, nel 1867, il monte Landro fu teatro degli scontri tra i garibaldini e le truppe pontificie.
Il santuario etrusco dista circa 3 km da San Lorenzo Nuovo dal quale è facilmente raggiungibile anche a piedi grazie ad un agevole sentiero, che comprende un tratto dell’antica Via Francigena, tra boschi e aperte campagne con utili cartelli indicativi durante il percorso.
(meteosanlorenzo.altervista.org)