PORTA ROCCA
Se, all’inizio del Novecento, il viaggiatore Olave Potter scriveva, riguardo al suo ingresso ad Orvieto attraverso Porta Maggiore, che “l’arco è tetro e la strada dentro è buia e ripida”, Porta Rocca, posta esattamente agli antipodi del masso tufaceo, pare quasi sospesa sulla sottostante vallata del fiume Paglia.
Situata all’estremo limite orientale della direttrice Est-Ovest che attraversava l’abitato e chiamata anticamente Porta Soliana, fu detta Porta Postierla allorchè vi fu costruito sulla parte superiore un piccolo palazzetto con una postierla: questa costruzione diede anche il nome a quello che, a quanto risulta dal Catasto della Città e del Contado del 1292, era il quartiere più grande della città e contava ben nove rioni. Da questo punto verso N-O, invece, si apriva fino al convento dei Serviti il vasto spazio a coltivi denominato Vigna grande.
La zona fu pesantemente interessata dalla battaglia del 16 agosto 1313, che vide “le torre, l’una contro l’altra” e fu probabilmente il più cruento scontro tra le fazioni cittadine verificatosi fino a quel momento.
La porta è composta da un doppio ingresso, che presenta all’esterno due archi a sesto ribassato ed all’interno due maestosi archi a sesto acuto; esternamente troviamo usata lungo l’asse centrale la cortina a filari bianchi e neri, in pietra basaltica e travertino. L’opera sarebbe forse espressione, secondo lo studioso orvietano Pericle Perali, di “quel periodo di fusione e transizione” che vide dialogare l’antico gusto romanico e le nuove linee gotiche.
Al di sopra dell’asse centrale è ancora visibile l’alloggio per la statua marmorea di Bonifacio VIII che faceva parte della coppia di statue poste una su questa porta e l’altra sulla Porta Maggiore, e che costarono al papa l’accusa di idolatria, nel volersi sostituire ai protettori celesti della città usurpandone il posto a salvaguardia dei due principali accessi alla città.
Quando, come in tutte le città sottomesse dello Stato Pontificio, anche a Orvieto si decise di edificare una fortezza, essa venne addossata alla Porta Postierla, detta poi Porta Rocca.
L’originaria fortificazione iniziata nel 1364 e concepita dall’architetto militare del cardinale Albornoz, Ugolino di Montemarte, era a pianta quadrilatera, con un “palazzetum” contiguo alla porta –nel frattempo munita di “sbarras”– ed altre strutture di servizio lungo le mura; la rocca era protetta inoltre da un fossato con due ponti levatoi.
A pochi anni dalla costruzione, le continue lotte tra le famiglie dominanti portarono nel 1390 ad un assedio che ne determinò la distruzione. Una rocca nova fu ricostruita da Antonio da Carpi sul vecchio perimetro, con l’aggiunta di un rivellino circolare (1450-1452) e completata sotto la supervisione di Bernardo Rossellino.