Poggio Montone, frazione del Comune di Orvieto nota per il calanco che ne prende il nome, si trova in località Montone[1], della quale fino all’ultimo decennio dell’Ottocento si distinguevano la parte in posizione collinare, Poggio Montone, e quella in zona pianeggiante, Pian Montone, toponimo oggi praticamente scomparso. Pur essendo costituita di case sparse ha il nucleo abitativo più consistente nelle vicinanze del laghetto, detto di Poggio Montone, alimentato dal fosso omonimo e dai suoi rami sorgivi.
L’area, che fino agli inizi del XX secolo era funestata dalla malaria, conobbe un notevole sviluppo in seguito all’acquisto negli anni Settanta del’Ottocento di vaste estensioni di terreno[2] da parte di un ricco imprenditore romano, il cav. Cesare di Giuseppe Bertone.
L’impresario[3] sviluppò in quei terreni una grossa fattoria i cui prodotti erano presenti nelle principali fiere a carattere nazionale per i vivai di viti nostrane e americane, per polleria e uova da riproduzione, per i pavoni e per gli allevamenti di bovini (razza chianina e altre), ovini e suini. Oltre alle colture tradizionali nell’azienda venivano effettuate anche sperimentazioni per le piante foraggere, come nel 1888 quella del sorgo ambra. Nello specchio d’acqua aveva luogo l’allevamento delle trote, per il quale nel 1891 l’Acquario romano, nell’ambito delle operazioni di ripopolamento delle acque dolci dell’Italia centrale, inviò a Cesare Bertone 1000 avannotti[4].
La tenuta, che nei pressi del laghetto aveva il suo epicentro, con casa padronale, chiesa, fabbricati colonici e locali per l’allevamento, era nota soprattutto per i cavalli, di cui il proprietario era un appassionato cultore. Il nome della scuderia compare per circa mezzo secolo nelle esposizioni equine nazionali per i cavalli da corsa, da sella, di tiro leggero e di tiro pesante, cioè per la guerra, per il commercio, per l’industria e per l’agricoltura. Noti erano nelle esposizioni equine gli stalloni e le cavalle fattrici di razza inglese e indigena allevati nella scuderia Bertone, come anche quelli da corsa, spesso presenti nei primi posti delle gare ippiche a carattere nazionale[5].
La tenuta, che vediamo riprodotta nella foto d’epoca, passata dopo la morte del cavaliere ai Tiezzi – Bertone, e poi altri proprietari, fin dal 1933 è situata entro i limiti della zona di produzione del vino tipico di Orvieto.